lunedì 15 settembre 2014

LA BOLIVIA PERIFERICA: Bisognerà pur iniziare da qualche parte??

Uspha Uspha, periferia sud di Cochabamba, qualche cespuglio e poche timide piante di eucalipto spuntano tra aride colline. Questa è la zona dove intere famiglie arrivano dalle campagne rincorrendo il sogno di una vita migliore in città. Sono costretti a vivere in periferia in casupole di fango e di mattoni senza fornitura di acqua e gas che vengono distribuiti da autocisterne e camion carichi di bombole. L’acqua viene venduta a caro prezzo e conservata in cisterne di plastica; ricordo dei ragazzi seduti ai bordi della strada che, notato l’arrivo dell’autocisterna, gli corsero incontro gridando “agua! agua!”.

Qui i legami famigliari si sfaldano, i genitori passano la giornata a guadagnare qualche soldo in città e i bambini si trovano a dover badare a se stessi sin da subito, il risultato è che stanno per strada a fare qualsiasi cosa mostrando una grande solidarietà fra di loro che tuttavia spesso non basta. I loro pasti sono scarsi ed irregolari, è per questo che il parroco locale accompagnato da parecchi volontari ha deciso di costruire una struttura e destinarla come mensa che provvede a distribuire pasti gratuiti ai più piccoli. Una parte è poi utilizzata dai bambini e i ragazzi per i compiti, lo studio e più in generale come una sorta di “centro di aggregazione”. L’idea era buona e sin da subito, vista la vastità del territorio, sono nati altri centri simili, qui i bambini e i ragazzi studiano, giocano e si divertono con volontari boliviani e non che tentano inoltre di insegnare loro un tipo di educazione diversa di quella da società macista boliviana, un’educazione più “morbida” dove un bambino si senta amato, cosa che sembra così difficile in questo paese.
Tutto questo è poco rispetto a ciò che ci sarebbe da fare ammette spesso chi lavora in questo progetto…Ma da qualche parte bisogna cominciare, non credete??






Gianluca

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