Ho sempre trovato strano festeggiare il Natale con il sole, in Italia. Figuratevi qui!
Chiudete gli occhi e provate ad immaginare di trovarvi davanti all'albero di Natale il 25 agosto. Ecco, l'effetto iniziale è un po' questo …
In realtà la cosa bella è che ... Natale è Natale dappertutto!
A dire il vero, però, di questo natale africano vorrei raccontarvi qualcosa di più! Vorrei raccontarvi cosa vede e vive il mio cuore. E vorrei farlo a partire da una frase di Martin.
Martin non è una persona qualunque. Mi sorprende chiamarlo per nome, amichevolmente. Perché Martin Kivuva è l'Arcivescovo di Mombasa. Un tipo senza dubbio carismatico, pragmatico, attento e intelligente. Con lui abbiamo condiviso diversi momenti pre-natalizi di festa. Eppure, non dimenticherò facilmente una sua frase, pronunciata ad un grande evento, davanti ad un folla silenziosamente attenta (non era mica così pochi minuti prima, quando uno strambo vescovo evangelico faceva il suo show sul palco). Il nostro vescovo, dopo aver pregato, ha fatto un discorso semplice, commovente e intenso. Ad un certo punto ha detto: LE DECORAZIONI DI NATALE SIETE VOI!
Ma ci pensate?! Come cambia il Natale se al posto di curarci solo di fiocchi, palline e addobbi luccicanti, impariamo a lasciare da parte il materialismo per goderci la vera gioia del Natale. Le decorazioni di Natale siamo noi?! Come è possibile?! Perché!?
Le decorazioni di Natale siamo noi. Bianchi, neri, cattolici e non, italiani, keniani: le decorazioni sono tutte le persone che incontriamo. Perché con la nostra presenza adorniamo la vita del mondo.
Le decorazioni di Natale sono i bambini dei rescue centers di Mombasa che cantano in coro davanti all'albero di Natale illuminato. Perché con la loro presenza testimoniano che la speranza di vivere in armonia non è vana.
Le decorazioni di Natale sono anche gli uomini che, a piedi nudi, di corsa, spingono o trascinano i caretti, colmi di sacchi o carichi di tank d’acqua, in mezzo al traffico mattutino. Perché con il loro lavoro quotidiano sono segno di forza e tenacia.
Le decorazioni di Natale sono le mani dei bambini che ti cercano quando cammini nei quartieri più popolari, solo per stupore e curiosità di vedere un “musungu" inoltrarsi sulle loro stesse strade. Perché con la loro presenza regalano saluti e sorrisi di tenerezza che comunicano tutta l’ingenuità e la purezza dei più piccoli.
Le decorazioni di Natale sono i colleghi di Caritas Mombasa, che iniziano ad averti davvero a cuore e ti insegnano qualche parola in kiswahili così che tu possa sentirti a casa e far capire agli altri che non sei un turista qualsiasi. Perché con la loro presenza rendono il cammino più sereno e sicuro, ricordandoci che è possibile vivere da fratelli e amici veri con gli tutti gli esseri umani.
Le decorazioni di Natale sono i bambini del Mahali Pa Usalama che saltano di gioia quando arriva il bus che li porta in piscina, per una giornata di festa eccezionale - come succede ogni volta che varchiamo il cancello del centro per trascorrere una giornata con loro. Perché con la loro presenza, ogni giorno, ad ogni istante, ti ricordano quanto il nostro cuore ha bisogno di sentirsi amato.
Le decorazioni di Natale sono i nuovi amici che ti accompagnano in Old Town per non farti andar da sola - come Virginia, (forse) l'unica donna driver di un tuk tuk, che ci porta a far shopping e a fine giornata ci regala il braccialetto del Kenya; o come Ian, un giovane cattolico, molto impegnato in parrocchia, che passa un'intera giornata con noi a Fort Jesus e poi ci accoglie in casa sua, dove sua mamma ci attende per offrirci una soda. Perché con la loro presenza sono segno di un’amicizia possibile e di un’accoglienza straordinaria e inaspettata, che non bada a spese!
Le decorazioni di Natale sono i canti durante la messa, sempre belli, partecipati e intonati. Perché con il loro ritmo fanno sempre vibrare il cuore.
Le decorazioni di Natale, qui, sono anche i matatu colorati, ognuno con il suo stile, tutti con la musica che risuona ad alto volume, che circolano sulle strade. Perché son sempre pronti per portarti a destinazione e rendono variopinta la città.
Le decorazioni di Natale sono, senza dubbio, i nuovi cestiti spuntati sulle strade di Nyali - davanti ai quali ti sorprendi e inizi a credere che davvero la gente potrebbe imparare a non buttare in giro qualsiasi cosa, così che le strade non siano più coperte da plastica e spazzatura. Perché ti fanno respirare aria di cambiamento e speranza per il futuro.
Le decorazioni di Natale, allora, sono anche tutte le cose che non vorresti vedere: come la strada che dalla parrocchia di Kongowea porta a casa del nostro amico (che poi è una delle tante), tutta coperta di bottiglie, sacchetti, rifiuti e immondizia di ogni genere, che ormai sembrano aver trovato il loro posto e son un tutt’uno con la polvere che ricopre le superfici. O ancora, come i bambini che spingono la mamma in carrozzina, le (troppe) persone senza arti che chiedono l’elemosina in città, i ragazzi vestiti di stracci sdraiati per strada, i bambini che ti chiedono cibo appena fuori dal supermercato e quelli che si portano in giro la tanica in cerca d’acqua. Perché semplicemente ci sono, ti interpellano, suscitano domande e ti danno l’opportunità di diventare più responsabile nel tuo stile di vita.
Le decorazioni di Natale sono loro: uomini, donne, giovani, adulti, bambini, suore, preti, mamme, padri, orfani. Gente semplice e accogliente che è curiosa di vederti, ti chiede da dove vieni e come ti chiami, e sempre si dice disponibile e pronta a condividere con te momenti di vita quotidiana, ti invita a casa o spera di rivederti. Gente che vive con "poco", ma ne gode come fosse molto. Gente che forse non avrei mai incontrato e nemmeno immaginato, se non avessi avuto l’opportunità di esser qui. Gente che ogni giorno si impegna a vivere. Gente che ogni giorno può insegnarci a vivere.
Spesso il Natale per noi diventa altro. È facile dimenticare che Natale in realtà è condivisione fraterna, è ritrovarsi insieme per vivere in armonia, è semplicemente gioia. È facile dimenticare che il Natale ci richiama alla povertà, perché anche Dio ha scelto di farsi piccolo e nascere in una mangiatoia, non in un gran hotel a cinque stelle. È facile dimenticare che il Natale non è frenesia, perché la fretta non è benedizione (come dicono qui: "haraka haraka hakuna baraka"): Gesù nasce e tutto si ferma, perché tutti accorrono a Lui, con il meglio che hanno. È facile dimenticare che il Natale non è sperperare, ma ritrovare l’essenziale.
Qui, tutto quel che c'è non è scontato: per ogni cosa sempre si ringrazia e si prega, grati a Dio per tutto ciò che si ha. Qui, se dici che torni a casa, in Italia, tutti ti dicono "say hi to your parents" e ti augurano un "safe jorney": perché l'attenzione all'altro è profonda e pura. Qui a Natale l'importante non è aver regali da scartare, ma andare a messa (sempre indossando il vestito migliore) per celebrare il Natale, cioè la vita. Qui, anche l'acqua e la luce, la famiglia, i vestiti puliti, il cibo quotidiano non sono scontati: se ne puoi godere, non li sprechi, ne hai cura, ne sei profondamente grato.
Allora, cari amici a casa, vorrei augurarvi di ritrovare il Natale. Vorrei augurarvi di far festa, a Natale, grati per tutto quel di cui potete godere. Vorrei augurarvi di far festa, a Natale, con la gioia di chi si sorprende di esser circondato di bene e amore. Vorrei augurarvi che il Natale sia festa, non un solo giorno, ma tutto l'anno, nella semplicità della vita quotidiana. Sia Natale sempre! E, voi, abbiate cura di essere le decorazioni di Natale che illuminano le giornate dei vostri cari e delle persone che incontrate. Siate decorazioni di Natale: rendete belle le vostre vite, adornate il mondo!
Buon Natale,
Greta