"Nessun posto è casa mia, l'ho capito andando via..."
Così comincia la canzone di Chiara Galiazzo che sto ascoltando. Mi soffermo un' attimo su queste parole. Sì, posso dire che è stato così anche per me.
L'andare via è stato per me un'occasione di riconquista di quello che avevo lasciato, la mia vita in Italia.
è come con un quadro: non riesci a vederlo con chiarezza ed apprezzarlo in tutte le sue particolarità e nella sua complessità se lo guardi da troppo vicino, è necessario allontanarsi un po'.
Andare via per un' anno, immergermi in una realtà così diversa, mi ha permesso di riprendere coscienza della mia di realtà, riscoprendone tutta la ricchezza.
Mi ritrovo quindi grata della mia vita in Italia, della mia famiglia, dei miei amici, del mio cammino di fede, con tutte le fatiche annesse e connesse.
Così come sono grata dell'esperienza di quest'anno, delle persone incontrate e della pienezza vissuta.
Sorprendentemente mi scopro vogliosa e curiosa di ricominciare la mia avventura quotidiana.
Non ho paura di perdere tutto quello che ho guadagnato qui una volta tornata, perché un'esperienza così ti plasma e conforma, cambiandoti irreversibilmente. Così nella mia vita di tutti i giorni, nelle cose da fare e nei rapporti che mi saranno dati, proponendo me stessa sono certa che porterò anche questa esperienza, diventata ormai parte di me.
A confortarmi inoltre c'è la certezza che tornerò qui in Moldova, perché il legame con questo paese resterà vivo nei rapporti costruiti.
Così posso concludere come la nostra Chiara:
"Perché si torna sempre dove si è stati bene e i luoghi sono semplicemente persone."
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