mercoledì 6 settembre 2017

Con il cuore sempre là


È proprio così: il mio cuore è rimasto in Moldova. Ora che sono tornata a casa ogni singolo gesto e parola ricorda la Moldova. Una bellissima terra che mi ha colpito tanto. Un paese povero, arretrato ma che ha tanto da insegnare e raccontare ad ognuno di noi. I paesaggi infiniti, le distese di natura, un cielo di piccole casette avvolgeva sempre i nostri orizzonti: davano un senso di tranquillità e di infinito che a fine giornata serviva proprio. Nelle due settimane ho incrociato molti sguardi di bambini, di anziani, di lavoratori, di uomini di fede ortodossa che mi hanno aiutato a riflettere. Ma l'incontro che mi ha cambiata è stato quello con un piccolo bambino di Ratus: Kirill. Un bambino di 7 anni, con 4 sorelle: insomma, proprio un piccolo ometto. Non avrei mai immaginato che un'incontro così mi avrebbe cambiata e fatto provare forti emozioni.


Quanta spensieratezza vedevo nei suoi occhi, quanta ingenuità, e bontà. Kirill voleva sempre giocare, sorridere, scherzare, correre, arrampicarsi fino alle ultime ore della sera. Come è successo l'ultimo giorno di campo. La nostra tabara a Ratus era solo la mattina, dalle 9 alle 12. Il piccolo Kirill, sapendo che l'ultimo giorno non poteva essere presente, venne a salutarmi il giovedì sera. Quando lo vidi entrare dal portone, correndo verso di me, tutto sorridente il mio cuore si riempì di gioia, e le emozioni sono state fortissime ed ogni pensiero si è fermato. Abbiamo giocato tutta sera con un semplice pallone, lanciandolo sempre più velocemente senza farlo cadere. Un gioco così banale che lo riempì di gioia e ha divertivo anche me.

In quel momento volevo solo che il tempo si fermasse per stare sempre accanto a lui, e sorridere sempre così con lui. La sua energia, e i suoi abbracci mi facevamo dimenticare ogni stanchezza, e facevano dimenticare che i minuti insieme stavano per terminare. Ma bisognava salutarsi: mi saltò in braccio e continuò a sorridere e ringraziandomi in continuazione: proprio in quel momento capii che ero io che dovevo ringraziare lui, perché mi ha fatto riscoprire l'importanza dei piccoli gesti, mi ha fatto vedere attraverso i suoi occhi la vera felicità che sta proprio nei semplici gesti quotidiani.


Io la Moldova la rivedo proprio in lui: proprio negli occhi di Kirill, nella semplicità delle sue azioni; è riuscito ad insegnarmi tanto, ad emozionarmi, fino da sognarlo la scorsa notte. È stato il sogno più bello che io abbia fatto fin ora. Ho sognato di rivederlo nella mia città e ho rivissuto le stesse emozioni che ho provato quella calda sera di luglio in Moldova. È stato splendido: urlò il mio nome appena mi vide e ci abbracciammo forti. Io cominciai a piangere e quando mi sono svegliata ero ancora molto emozionata, come se lo avessi rivisto veramente. Ecco, Kirill attraverso questo sogno è stato come se mi avesse lanciato un messaggio, mi ha dato la carica e la forza di affrontare al meglio ogni giorno. Questo legame rimarrà per sempre anche a infinite distanze, ne sono convinta! GRAZIE KIRILL!
Infine, ma non meno importanti, in questa esperienza ho fatto degli incontri speciali e significativi che mi hanno aiutato a crescere ed abbattere le mie paure; queste persone si chiamano Jessica, Arianna, Giada, Sara, Benedetta, Clara, Giorgia, Giulia e Francesco, i miei compagni di avventura che hanno reso questo viaggio magnifico e indimenticabile.


GRAZIE MOLDOVA per avermi regalato tutto questo, forti emozioni, forti legami e nuovi spunti di riflessione.
In cambio, un pezzo del mio cuore è ancora là, nascosto tra i sorrisi dei piccoli bambini.


Emma B.


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