domenica 10 settembre 2017

Georgia: un incontro per crescere.

Quando mi sono messa a pensare cosa scrivere sull’incontro con l’altro, subito mi sono affiorati alla mente tanti volti di bambini … e ora con chi lo scrivo?! Potrei scrivere dell’incontro con Salome, una splendida ragazzina bionda dal carattere forte ed il cuore grande. Oppure con Melano, una dolce bimba dai capelli lunghissimi e con un sorriso incantevole. Oh, poi potrei scrivere anche di quello con Lolita! Quella pacioccona ma unica bambina, sempre pronta a prenderti in giro! 
Potrei scriverlo con mille altri ma, pensandoci a fondo, l’unico volto che mi torna di continuo alla mente è quello di una Donna. Una Donna che ho avuto l’occasione di vedere solo per poco tempo, solo per qualche giorno di campo. Una Donna umile, a nostra disposizione per l’intera giornata, che semplicemente puliva i posti che noi sporcavamo, lavava le pentole con cui a noi hanno cucinato da mangiare, disinfettava i bagni in cui noi andavamo.
Ricordo di aver chiesto qualcosa di lei a Giuseppe, ma quello che mi ha risposto probabilmente non avrei mai voluto sentirlo.

“La sua storia è semplice. Un giorno per strada l’hanno fermata con i fucili un gruppo di uomini e l’hanno portata via. Be, il resto puoi immaginarlo, l’hanno costretta e... quella lì è sua figlia.”


A queste parole mi si è gelato il sangue. Volevo correre in bagno a vomitare. Andare ad abbracciarla forte.  Sentivo la rabbia crescere.
Ma sono rimasta lì, immobile, come pietrificata. Era solo il terzo giorno di campo.
Avevo mille domande, mille riflessioni da fare. Quella fatidica e a volte stupida domanda che ti rimbomba nel cervello..” perché?”. Perché è successo, perché nessuno per la strada si è mosso, perché le persone sono in grado di compiere un gesto tale, un gesto così folle?
Tanti perché ma nessuna risposta. Solo il silenzio per riflettere sulla Forza, sulla Grandezza e sul Coraggio, che ha avuto e che ancora Lei possiede, di crescere una figlia e vivere a servizio degli altri.
Questa Donna non è più uscita dalla mia testa. Pochi giorni dopo è partita per andare al paese, ma per me è diventata un pensiero fisso, la mia testa non se ne voleva dimenticare. Tutt’ora non se ne è dimenticata e, sono certa, non se ne dimenticherà.

Marta

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