Curiosità, è questo il fuoco che ci dà energia, che ci
spinge oltre noi stessi, alla scoperta di nuove persone, nuove storie, nuove
realtà. In questo siamo tutti uguali, intendo noi esseri umani, bipedi pensanti
e viventi; c’è chi ha più legna per tenerlo vivo, chi ne ha meno, chi non sa di
averne, ma tutti abbiamo almeno un fuocherello dentro che vive.
Sinceramente non ho sempre avuto una risposta pronta alle
loro domande: “se tu fossi Dio, e potessi fare ogni cosa, cosa cambieresti
della Bolivia?” oppure “mi puoi portare in Italia con te?” forse proprio perché ad alcune una risposta
non ce l’avevo. Ma questi occhietti mi hanno fatto pensare e desiderare un
bambino dentro ognuno di noi; sarebbe bello ogni giorno essere un pochino
quelli “nuovi”, quelli curiosi, quelli che non hanno paura di uno sguardo
diverso, ma che anzi hanno voglia di entrarci dentro, di afferrarlo e farlo
proprio per capire le strade che quello sguardo ha attraversato, visto, vissuto
prima di arrivare lì di fronte a loro. Ho incrociato molti occhi in
quest’esperienza, ognuno con una storia, con un perché, con qualcosa da offrirmi
qualcosa di nuovo, ognuno con un approccio diverso e sono davvero grata per
questo, perché là fuori ci sono delle persone veramente fantastiche che fanno
della loro vita la missione verso l’altro, per l’altro e con l’altro e non
importa quanto la curiosità richieda fatica e coraggio perché alla fine ogni
sforzo sarà in qualche modo appagato.
Ho un augurio per l’umanità ed è questo; abbiate il coraggio
di far uscire quel bambino, perché vi porterà in luoghi e da persone
incredibili, che accenderanno la
vostra anima, donandovi uno sguardo nuovo, il vostro e il mondo diventerà un
po’ più piccolo, un po’ più vicino, un po’ più casa.
“Che mi sia consentito di scoprire e volere l’uomo, ovunque
esso si trovi.”
Sere, Bolivia
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