Il Centro Escolar di Redes de Solidaridad a Nueva Vida,
Ciudad Sandino è una scuola elementare sui generis pensando al contesto nella
quale è inserita.
Non é la scuola ideale, né un utopia in quanto vive
anch’essa delle sue contraddizioni, ma è comunque una bolla nella quale rifugiarsi
nei primi anni di crescita e apprendimento e che costa fatica abbandonare allo
scadere del sesto anno, tanto per le bambine e i bambini, quanto per le madri
e i padri degli stessi bambinx.
Le maestre e i maestri sono appasionati e presenti; alla
didattica frontale si sommano innumerevoli laboratori di arte, teatro e danza;
un' attenzione speciale é dedicata alla promozione della lettura; grande spazio
viene dato allo sport, ma anche alla ricreazione e al gioco.
Oltre a tutto questo colpisce, in maniera particolare,
la volontá, all’interno di un contesto tanto machista, di crescere ed educarele
bambine e bambini nel segno della paritá di genere.
È uno sforzo imperfetto, ma costante per tentare di
eliminare, quanto possibile, le separazioni forzate fra maschi e femmine, di
distruggere i falsi miti di principi e principesse e di rafforzare la coscienza
dei diritti paritari delle e dei bambini.
Sforzo costante, appunto, che si scontra altrettanto
costantemente con la realtá esterna alla bolla, la quale plasma violentemente
bambinx e professorx cercando di reincanalarli in quella binarietá e rigiditá
dei generi tanto pericolosa.
Ogni hanno Zoyla, la bibliotecaria organizza un
laboratorio teatrale con l’obbiettivo di mettere in scena le storie del
Nicaragua dalla conquista dell’America fino alla Rivoluzione Sandinista. Ad
ogni classe viene affidata una diversa parte della storia.
(Qui si potrebbe aprire una parentesi in cui interrogarsi
sulle scelte delle storie e le loro interpretazioni, spesso estrapolate direttamente
dai libri di testo.)
Zoyla, per dare continuitá al discorso di paritá di
genere ha utilizzato alcune strategie come, da un lato, rivisitare parzialmente la storia cambiando
il genere di alcuni personaggi, dall’altro, recuperare alcune figure femminili
marginalizzate o dimenticate dalle storie ufficiali. E’ questo il caso, ad
esempio, della rappresentazione della resistenza indigena in cui si affianca alla figura del cachique
Diriangen, leader della resistenza, la figura di Itza, donna indigena e
combattente valorosa, giá recuperata dall’oblio della storia dal romanzo di
Gioconda Belli “La donna abitata”, in nome di tutte le indigene i cui nomi non
appaiono nella Storia.
Cosí pirati e guerriglieri sono interpretati in egual
misura tanto da bambini, quanto da bambine.
È sempre in base a questo principio che la scelta del
personaggio di Cristoforo Colombo era ricaduta su Sharon, una bambina dallo
sguardo vispo e dalle ottime capacitá sceniche.
Dopo due settimane di prove apprendo che la piccola
attrice è stata sostituita e al suo posto sará un altro bambino ad assumere il
ruolo di Colombo, mentre a Sharon toccherá un personaggio secondario.
Alan, maestro della terza elementare, mi
spiega che il cambiamento è stato dovuto alla visita alla scuola della madre di
Sharon che ha trovato inaccettabile che sua figlia ricoprisse un ruolo maschile
e ha chiesto espressamente che fosse cambiato il ruolo da lei interpretato.
Allo stesso modo si è dovuto aggiungere una scena extra,
ambientata alla corte spagnola, poiché una madre aveva giá preparato il vestito
da principessa per la figlia, prima ancora di conoscere i dettagli dello
spettacolo.
È cosí che la bolla esplode e si interseca bruscamente
con la realtá, ed è in questo stesso punto che comincia la vera sfida, è in
questa frattura fra ideale e realtá che bisogna lavorare e mettere le mani. È
proprio il contatto quotidiano e reale con il contesto in cui è situato il Centro Escolar che puó renderlo un incredibile laboratorio di educazione
popolare e di genere, di un educazione che si da come fine, come obbiettivo la
trasformazione e il cambio sociale. Sperando che la bolla continui a esplodere.
Quando mi hanno detto del cambio di attrice ero
sconsolata, piú io della bambina a cui hanno cambiato ruolo, poi Zoyla mi ha
detto: “Non importa, inventeremo un inseparabile e fondaentale aiutante di Colombo e sará una donna”.
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