Pullmino da 14 posti. Un caldo ed un rumore infernali con il finestrino abbassato e un freddo polare con l'aria condizionata. Canzoni incomprensibili sparate a massimo volume. Queste le condizioni in cui partiamo, certamente non ideali, ma che passano quasi inosservate in confronto a quello che scopriamo poco più tardi: i Georgiani amano i frontali.
Pochi minuti dopo la partenza, in piena curva, il guidatore ritiene che sia una buona idea superare un camion invadendo totalmente la corsia opposta. Dopo un breve accertamento del numero di arti rimasti ed aver recuperato il cuore nei pressi della laringe, il guidatore, ignaro del nostro terrore, ripete il gesto suonando spazientito alle macchine che procedono in senso contrario e osano non spostarsi al suo passaggio.
L'utilizzo del clacson meriterebbe un excursus a parte, se solo qualcuno di noi avesse capito come lo usano i Georgiani: lo suonano quando superano, quando vengono superati, per salutare i pedoni o semplicemente al passaggio di un'altra vettura. Le ipotesi sono molteplici:
1. hanno sviluppato un linguaggio clacsonico che comprendono solo loro;
2. nessuno ha mai spiegato loro come si usa;
3. lo suonano solo per divertimento;
4. lo suonano a caso per confondere gli stranieri.
Dopo esserci abituati a questa guida degna di un ottovolante, ecco spuntare le altre grandi protagoniste delle strade georgiane: le mucche. Camminano placidamente (quando non sono sdraiate del tutto) in mezzo alle corsie, ridendo in faccia al pericolo e costringendoci ad un ulteriore slalom da pelle d'oca.
In tutto ciò, stupisce invece l'attenzione con cui i Georgiani evitano i dossi, benchè anche questo finisca per diventare fonte di paura, tra inchiodate improvvise e bruschi cambi di direzione verso lo sterrato a bordo strada, con il rischio di prendere buche e dunette peggiori.
Una volta giunti a destinazione, prima ancora di lavare le fatidiche sette camicie e sistemare i capelli bianchi spuntati durante il viaggio, sono d'obbligo un paio di parole di ringraziamento per essere sopravvissuti.
Insomma, pensavamo di dover temere il tetano, la vicinanza con la Russia, la prevalenza ortodossa o l'umidità, non pensavamo di doverci preoccupare di attraversare la strada.
Costanza e Samuele
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