martedì 1 agosto 2017

Georgia: Perche' no?

Siamo appena scesi dall’aereo nell’areoporto di Kutaisi, da dove viene tutta questa umidita'? Perche’ siamo gia’ tutti appiccicosi? Vediamo Giuseppe e Suor Loredana, e saliamo sulla gip. Perche’ questa strada e’ cosi’ buia, dritta e dispersa nel nulla?  Perche’ in Georgia le macchine ti sorpassano sia a destra sia a sinistra, senza rispettare alcuna regola? 
In realta’… Perche’ no?

I primi due giorni ci guardiamo attorno per le strade della citta’. Perche’ in Georgia le case sono enormi palazzoni grigi e decadenti, e i fili della corrente si intrecciano per le strade del centro ad altezza uomo? Perche’ ci sono tutti questi cani randagi che ti seguono in continuazione?
In realta’… Perche’ no?

Oggi e’ il primo giorno di campo e iniziamo a conoscere tutti i bambini con cui staremo le prossime settimane. Perche’ molti di loro non hanno le scarpe? Perche’ alcuni hanno vestiti stracciati? Perche’ tornano a casa da soli scavalcando recinti e attraversando i binari del treno con le ciabatte ai piedi?
In realta’… Perche’ no?

Giuseppe ormai risponde sempre cosi’ alle nostre domande: ''perche’ no''? E abbiamo iniziato a capirne il motivo.

Oggi e’ solo il secondo giorno di campo e molte domande non ce le poniamo gia’ piu’: i bambini ci cercano, ci parlano, giocano con noi, ci baciano. Sono come tutti i bambini che abbiamo sempre incontrato.



La sera le domande ritornano, ma non siamo da soli: magari qualche risposta la troveremo insieme e la Georgia ci sembrera’ meno sconosciuta.
Perche’ no?

Irene e Marta


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