lunedì 28 agosto 2017

Georgia: l'incontro con Tahoma

Mani piccole piccole, gambe sottili e lunghe. Capelli biondi finissimi e un corpicino magro e leggero. Una maglietta di qualche taglia più grande, dei pantaloncini e due infradito. Due occhi grandi e profondi ma mai un sorriso.

Queste sono state le prime cose che mi hanno colpito di Tahoma, una delle bambine più piccole che c'erano al centro questa estate.
Era arrivata il terzo giorno con sua sorella Christine, una bellissima ragazza di tredici anni, bionda e alta, al contrario della maggior parte di tutte le altre bambine georgiane, che hanno invece visi dai tratti più pronunciati, dalle sopracciglia folte e scure.

Abbiamo provato per un giorno intero a farla sorridere, ma non voleva né giocare, né ballare, né stare con gli altri bambini. Ogni tanto le sfioravo con due dita il viso, allungando leggermente gli angoli delle sue labbra serrate, per chiederle un sorriso, non sapendo come dirlo nella sua lingua.



L'unica volta che sono riuscita a convincerla a fare un gioco insieme a tutti gli altri, proprio mentre iniziava a divertirsi, è scivolata sull'asfalto, a causa delle sue piccole ciabattine mezze rotte, e ha picchiato la testa. Ha pianto per un'ora e a nulla è servita l'acqua fredda, qualche abbraccio in più. Era ritornata seria.

In realtà, nei giorni successivi, ho capito che Tahoma aveva bisogno di andare a piccoli passi, con quei suoi piedini neri e le ciabatte ancora mezze rotte. 
Doveva imparare a fidarsi degli altri bambini nei giochi, delle acque del fiume dove li portavamo in gita una volta a settimana, delle mani di uno di noi volontari che le porgeva il pezzo di pane a metà mattina e l'anguria a fine giornata. 

Thaoma e sua sorella sono venute solo per pochi giorni, poi sono sparite.

Fino all'ultimo giorno, che per me è stato il più duro, perché non riuscivo a dire addio a nessuno.
A un certo punto ho sentito "Marta!" e girandomi, ancor prima delle mani piccole piccole, delle gambe sottili e lunghe, dei capelli biondi e delle ciabatte, ho visto un sorriso che mi correva incontro.


"Non ti chiedo né miracoli né visioni
ma solo la forza necessaria per questo giorno!
Rendimi attento e inventivo per scegliere
al momento giusto
le conoscenze ed esperienze
che mi toccano particolarmente.
Rendi più consapevoli le mie scelte
nell'uso del mio tempo.
Donami di capire ciò che è essenziale
e ciò che è soltanto secondario.
Io ti chiedo la forza, l'autocontrollo e la misura:
che non mi lasci, semplicemente,
portare dalla vita
ma organizzi con sapienza
lo svolgimento della giornata.
Aiutami a far fronte,
il meglio possibile,
all'immediato
e a riconoscere l'ora presente
come la più importante.
Dammi di riconoscere
con lucidità
che le difficoltà e i fallimenti
che accompagnano la vita
sono occasione di crescita e maturazione.
Fa' di me un uomo capace di raggiungere
coloro che hanno perso la speranza.
E dammi non quello che io desidero
ma solo ciò di cui ho davvero bisogno.
Signore, insegnami l'arte dei piccoli passi."


Antoine de Saint-Exupéry


                                                                     Marta 

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