Ei, ci siamo anche
noi!
Appena tornati dopo tre giorni trascorsi a Vacas, un villaggio a
più di 3500 metri sperduto nelle Ande, vogliamo raccontarvi qualcosa
del nostro cantiere in Bolivia.
Per arrivare a Cochabamba ci abbiamo
impiegato un numero spropositato di ore (circa 35) e siamo stati
catapultati in una realtà nuova, diversa e destabilizzante. Stiamo
imparando a conoscere la cultura boliviana attraverso incontri ed
esperienze che ci parlano tramite parole e storie, occhi e volti; una
realtà contraddittoria che molto spesso ci costringe a rimettere in
discussione quelle certezze che non penseremmo mai di toccare.
Come
si può aiutare una persona che non vuole essere aiutata?
Perché si
preferisce tenere un bambino a seguire le pecore piuttosto che
mandarlo
a scuola?
Perché quando i figli sono troppi si lascia che
gli ultimi muoiano di fame?
Ieri con la nostra
Jefa Rosario abbiamo deciso di fare un’escursione su una cima
attorno a Vacas, sulla quale i campesinos del posto hanno portato
alcune croci durante il Venerdì Santo.
Per la mancanza di sentieri, abbiamo dovuto affidarci al nostro istinto, ognuno seguendo i propri passi e tracciando la sua strada per poi, una volta giunti in cima, riunirsi e condividere pensieri
ed emozioni.
E' il giusto dipinto di ciò che sono stati questi primi 10 giorni boliviani, dove i nostri diversi servizi spaziano dal nord a sud della città toccando persone e luoghi di contesti differenti, dai bambini ai disabili, da un hogar a un corso di teatro e un doposcuola di 60 bambini.
Ci troviamo divisi in tutte queste situazioni, e la sera ritrovandoci come in famiglia tra fornelli e piatti da lavare, riscopriamo la bellezza del confronto, che dà forma e senso alla nostra giornata.
Per la mancanza di sentieri, abbiamo dovuto affidarci al nostro istinto, ognuno seguendo i propri passi e tracciando la sua strada per poi, una volta giunti in cima, riunirsi e condividere pensieri
ed emozioni.
E' il giusto dipinto di ciò che sono stati questi primi 10 giorni boliviani, dove i nostri diversi servizi spaziano dal nord a sud della città toccando persone e luoghi di contesti differenti, dai bambini ai disabili, da un hogar a un corso di teatro e un doposcuola di 60 bambini.
Ci troviamo divisi in tutte queste situazioni, e la sera ritrovandoci come in famiglia tra fornelli e piatti da lavare, riscopriamo la bellezza del confronto, che dà forma e senso alla nostra giornata.
Ma ora in gamba,
domani si ricomincia!
Vivete al meglio questa preziosa esperienza e siate contagiosi della gioia di cui traboccate. Buon viaggio ragazzi!😘
RispondiElimina