Ed eccomi qui,
sdraiata nel mio nuovo lettino di Coscalia e circondata da amici ormai di
vecchia data (la convivenza di una settimana mi ha dato l’impressione di
conoscerli da una vita) e amici nuovi, tutti da scoprire. Quanti pensieri,
quante emozioni, quante impressioni difficili da distinguere e mettere su
carta, anzi su blog.
La prima
settimana di cantiere ormai è passata e il tempo per fermarsi e lasciar
sedimentare le miriadi di esperienze che si sono succedute in questi giorni è
stato ed è davvero poco. Ogni momento è occasione per incontrare l’altro – la
sua realtà, le sue tradizioni, la sua vita - cosi’ come è opportunità per
donarsi all’altro, per prendersi cura di lui, per preparare qualcosa che sia
orientato solo alla sua felicità.\
I giorni nel villaggio di Costuleni non sono
stati altro che questo: la dolcezza con cui siamo stati accolti da parinte,
prete ortodosso tuttofare, che ci ha rallegrato le serate e le mattinate con il
suono delle campane e degli strumenti musicali piu’ assurdi, la tenerezza dei
vecchietti della comunità, che ci hanno tenuti allegri con vino artigianale e
piatti tipici a base di cetrioli e miele, la spontaneità dei bimbi, che hanno
donato il loro piccolo grande aiuto per rendere il lavoro sociale nel villaggio
(ripulire una discarica per creare un giardino verde) ancor piu’ entusiasmante
e significativo.
Due sono le cose che dopo la settimana a Costuleni rendono il
mio valigione (già pesante in partenza causa milioni di vestiti per tutte le stagioni)
ancora piu’ pieno. La prima si riferisce al fatto che ogni persona incontrata,
grande o piccola, italiana o moldava, ha mostrato un profondo desiderio di
conoscere e farsi conoscere. Penso sia uno degli approcci piu’ belli, non solo
nel momento in cui si incontrano nuove culture, ma ogni volta che ci si
relaziona: portare sé stessi, svelandosi per ciò che si è (talenti e debolezze
compresi), avendo sempre nel cuore, nella mente e nelle parole che usiamo con
gli altri il desiderio di conoscere, di cogliere la bellezza dell’altro,
andando sempre piu’ in profondità. Il secondo dono che da Costuleni porto con
me è la consapevolezza che tutto ciò che finora abbiamo fatto ha avuto al
proprio centro i bambini: ogni attività è stata realizzata PER loro (come nel
caso dell’animazione mattutina tra bans con incassamento di spalle e atelier di
alto livello, degne degli insegnamenti del signor Muciaccia) o CON loro per
l’intero villaggio (come nel caso del lavoro sociale in cui anche i piu’
piccoli hanno messo al servizio le loro manine per rendere la discarica un
luogo di speranza). E’ proprio questo il fascino piu’ grande: e quando il
cambiamento, sebbene minimo, lento e forse imperfetto, parte dai bimbi, la
speranza per il futuro non può che essere immensa!
"Tra la partenza
e l’arrivo in mezzo c’è tutto il resto; e tutto il resto è giorno dopo giorno;
e giorno dopo giorno è costruire e sapere rinunciare alla perfezione".
Avanti cosi’
Moldova e Mutumesc!
Un abbraccio a
ognuno!=)
Ps w il
PENTRUCIAI!
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