lunedì 17 agosto 2015

MOLDOVA: il mosaico di volti

Ed eccomi qui, a 3 settimane di distanza, seduta sulla stessa sedia, digitando parole sulla stessa tastiera, all'interno della stessa cameretta che una ventina di giorni fa ospitava tanti dubbi, tante attese e speranze, tanto entusiasmo misto a timore pre-partenza.
Quanto mi sembrano lontani i giorni in cui, con grande frenesia, mi accingevo a preparare il "valigione perfetto" per la Moldova, a ficcare nel borsone i tanti materiali necessari per il cantiere, tentando, tra un salto sulla valigia e un conteggio delle magliette indispensabili per la sopravvivenza, di costruirmi un'immagine del Paese e delle persone che avrei incontrato.
Proprio in questo momento quell'immagine un po' nebulosa, costruita prima della partenza con un pizzico di fantasia, è stata sostituita (o meglio arricchita) da una ben più definita: si tratta del mosaico di volti incontrati in questi giorni di cantiere. Qui trovano posto un sacco di uomini e donne, bimbi e anziani, persino anatre e galline (per non parlare di mosche e scarrafoni!).
C'è il volto del presidente di Diaconia che ci ha accompagnato nella nostra prima immersione in terra moldava; c'è il volto delle tante mamme con i propri bambini, in fila davanti al camioncino per ricevere l'unico pasto caldo della giornata; c'è il volto delle ragazze dell'Apartamentul Social Spre Indipendenta, che dopo un'infanzia difficile ora stanno lavorando per costruire il proprio futuro; c'è il volto di parinte Anatol, che con la sua ineguagliabile dolcezza ci ha fatto sperimentare la bellezza di essere amati e di amare senza riserve; c'è il volto di parinte Andrei, più schivo e timido, ma sempre pronto a rimpinzarci di dolcetti e a "docciarci" con le sue benedizioni nei momenti più inaspettati, come il lavaggio denti; c'è il volto di Vladimir, anziano signore dal sorriso luminosissimo, che ci ha tenuto compagnia con vinello e racconti dell'epoca sovietica; c'è il volto dei ladruncoli di Costuleni, che tra un furto di biscotti Fiona e uno di cellulari (fortunatamente conclusosi bene per noi) hanno dato inizio alla campagna "se trovi un cellulare che non ti appartiene fatti un selfie e mettilo come sfondo"; c'è il volto di Nico, Bogdan, Dana e dei 120 bambini del primo villaggio, che di fronte alla nostra proposta di animazione (novità assoluta per loro), hanno mostrato un entusiasmo travolgente e una riconoscenza senza precedenti, donandoci rose rosse, cicche, caramelle, chili di frutta e ricordandoci con i loro sorrisi e la loro presenza che il regalo più bello è dare proprio se stessi; c'è il volto di Mihaela, Cristina, Dana, Gabriela, Tania, volontarie moldave con cui abbiamo collaborato la prima settimana e che abbiamo pian piano imparato a conoscere tra un "pentru ceai", una parola detta in moldavo misto a italiano-inglese-spagnolo, una serie infinita di gesti, ma soprattuttotanto tanto lavoro insieme; c'è il volto degli scarafaggi neri e delle scolopendre, che abbiamo cercato di spaventare con sacchi a pelo chiusi ermeticamente (quasi fossimo enormi bruconi arancioni, vero Vale?) e contro cui abbiamo eretto muraglie cinesi fatte di valigie e sacchetti di plastica; c'è il volto delle miriadi di mosche che ci hanno accolto a Coscalia e che abbiamo ringraziato con carta insetticida trasformatasi ben presto in uno dei peggiori campi di sterminio; c'è il volto dei bimbi del secondo villaggio, meno numerosi e più abituati all'attività di animazione già presente da diversi anni, ma non per questo meno entusiasti di giocare e di mettersi in moto per rinnovare il proprio ambiente di vita, rendendolo più bello e pulito; c'è il volto di Christi, Gabi, Sasa, Petru, Valeriu, Irina, Sorina, Mihaela, Marcela, Olessia e Ana, volontari moldavi con cui ci siamo fin da subito mescolati, riuscendo davvero a portare avanti un lavoro di condivisione, dove le nostre idee ed esperienze dall'Italia hanno trovato posto accanto alle loro, senza che nessuna abbia avuto il predominio sulle altre, in un'ottica di puro e sincero scambio; c'è il volto delle signore di Coscalia che ci hanno offerto da mangiare e che noi abbiamo ringraziato con grande gioia ed allegria, scoprendo solo in seguito che il momento a cui avevamo assistito consisteva in realtà in un banchetto funebre; ci sono tanti altri volti, che forse al momento mi sfuggono, che forse ho intercettato solo per pochi secondi o che addirittura non ho incontrato, ma che non per questo sono meno importanti o meno degni di essere ricordati.
E infine ci siamo noi: Anna, Giulia (la Bruneta), Giulia (la Roshcata), Marghe e Sara (le geme;)), Vale (la vacuza..e non per motivi ambigui), Ste (il Chiuchino), Dana (la princess), Marty (la detentrice del record di crocette!=)), Marco, il nostro mitico bellissimo coordinatore (questo elogio vale almeno 2+=)); noi, che siamo partiti con idee diverse e motivazioni uniche; noi, che insieme ci siamo riempiti gli occhi di Moldova, unendo le nostre forze e intrecciando i nostri carismi; noi, che abbiamo superato le nostre paure più radicate (persino la fobia di cipolle e brodo di gallina, per non parlare di quella di cetrioli e aghi); noi, che anche nei momenti più difficili non ci siamo scoraggiati (esempio eclatante è stato l'ultima sera, quando tra vomitini, dubbie intossicazioni alimentari e corse in ospedale siamo riusciti a mantenere alto l'umore); noi, che in queste tre settimane abbiamo assaporato la bellezza di essere fratelli e abbiamo sperimentato la potenza di creare legami di Pace.

E mi piace pensare (e giuro che con questo mi fermo, dato che ormai ho oltrepassato ogni limite di tolleranza per quanto concerne la lunghezza post!) che il mosaico di volti visto nel suo insieme abbia le sembianze della terra moldava: quella terra piena di difficoltà da cui tanti uomini si allontanano per cercare altrove una vita migliore, ma dove molti altri allo stesso tempo restano con il desiderio di costruire una dimora di Pace, Speranza, Amore, partendo anche dalle proprie fatiche e debolezze.




Regala agli altri la luce che non hai, la forza che non possiedi, la speranza che senti vacillare in te, la fiducia di cui sei privo. Illuminali dal tuo buio, arricchiscili con la tua povertà. Regala un sorriso quando hai voglia di piangere. Produci serenità dalla tempesta che hai dentro. "Ecco, quello che non ho te lo dono". Questo è il tuo paradosso. Ti accorgerai che la gioia piano piano entrerà in te, invaderà il tuo essere, diventerà veramente tua nella misura in cui l'avrai regalata agli altri. 
(A. Manzoni)

Multumim mult, Moldova! Multumim mult, prieteni!

Anna

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