Marco chiama: si va al monastero con parinte Anatol, il prete
del villaggio, un uomo enorme, grande grosso, con la barba lunga e la veste
nera lunga fino ai piedi. Tutte in divisa, gonna lunga e foulard della nonna
saliamo sulla camionetta sovietica di parinte, che sembra essere rimasta alla
seconda guerra mondiale. E poi su per la montagna, tra buche e strade strette,
con i rami degli alberi che sbattono forte contro i vetri. Infine, nascosto tra
gli alberi c’e' una vecchia colonia sovietica per bambini che parinte ha
comprato per fare un monastero dedicato a Adelin e Natalia. Una piccolo stanza
piena zeppa di icone, quadri, ornamenti, offerte in cibo e preghiere ci
accoglie in questo mondo di preghiera e silenzio.
E proprio davanti all’ingresso c’e' la vera chicca. Due alberi cresciuti vicini riuniscono i loro
rami in un caldo abbraccio insieme. Il simbolo dei santi Adelin e Natalia, una
coppia nella fede, simbolo di amore e famiglia. Un amore che si costruisce
sulle identita' del singolo per poi unirsi e costruire qualcosa di ancora piu' bello. Una famiglia che fonde forte le sue radici nella storia del singolo per
scrivere una nuova storia nel presente e nel futuro. Fa pensare questo amore
tutto al naturale, forte e resistente, soprattuto in questi tempi in cui la famiglia
e' un tema che scotta.
L’amore al tempo di Costuleni sono questi due alberi. Un
ritorno alla natura che qui sembra regnare e dominare felice. Un ritorno al
significato e alla necessita' di una famiglia forte. Un ritorno alle radici
della storia che si perde tra il racconto popolare e la storia vera. Un ritorno
alla semplicita' che per noi sembra quasi piu' difficile che vivere le nostre
vite complicate.
E dunque buon cammino per un domani pieno di amore!
Giu! :)
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