lunedì 3 agosto 2015

Kenya: DAY #6 31-07

Jane, la cuoca della parrocchia in cui siamo ospitati, questa mattina ci ha preparato una sorpresa. Per colazione oltre al solito tè abbiamo potuto assaggiare per la prima volta i Maandazi, delle specie di frittelle, e i Samosa, degli involtini di carne e cipolla.
Tutto molto buono, ed è così che troviamo la carica giusta per affrontare la dura giornata che ci aspetta.
Il saluto ai bambini della scuola elementare di Kamiti
Il saluto ai bambini della scuola elementare di Kamiti
Come al solito andiamo alla Cafasso House, e ci dividiamo in gruppi per le attività mattutine. Durante il tragito incontriamo di nuovo i bambini della scuola elementare che ci danno dei cinesi.
Io e Noemi siamo ancora al carbone con Little John e Samuel, ed iniziamo a lavorare esattamente come ieri. Questa volta però prestiamo più attenzione all’impasto, che ieri conteneva troppa terra e quindi faceva faticare a rimanere compatto.
Oggi invece riusciamo ad ottenere dei salsicciotti di carbone come si deve, e Felix quando passa ci fa i complimenti e ci dice che stiamo diventando professionisti. Felix viene a trovarci insieme ad un nuovo ragazzo che si unirà alla famiglia della Cafasso House. Anche lui come tutti arriva qui dopo aver scontato i 4 mesi alla Y.C.T.C..
Il nuovo ragazzo si chiama anche lui John, e questo fa nascere una divertente discussione su come chiamare i 3 John presenti nella casa. Scopro da Meshack, il migliore amico di Little John, che in realtà a lui questo
Big John
Big John
soprannome non va molto a genio. Lui e Meshack sono i più piccoli del gruppo, sia in età che in statura, e questa cosa a loro pesa molto.
Chiedo a Little John come vuole essere chiamato, e mi dice che il suo vero nome è Ngioroghe.
Ci riuniamo per il chai break, e Wolf presenta a tutti il nuovo arrivato. John è molto timido, non parla e si presenta a tutti dicendo solo il suo nome e la tribù di provenienza.
Più tardi scopriamo dai ragazzi che è normale, e che tutti i nuovi arrivati non parlano per le prime due settimane. Si può anche comprenderli, arrivando comunque da una prigione e dovendosi inserire in un contesto completamente nuovo come quello della Cafasso House.
Dopo la pausa ripassiamo insieme entrambe le canzoni imparate ieri, Camminerò e Jesus asante sana. Poi è l’ora dell’attività, e oggi per loro abbiamo portato tanti fili per fargli fare gli scoobydou. Ognuno di noi fa vedere il procedimento ad un paio di loro, e a parte qualche eccezione imparano tutti in fretta e l’attività sembra piacergli molto.
Per pranzo si unisce a noi anche Kevin. Nel piatto troviamo riso e fagioli, da condire a piacere con sale e peperoncino.
Subito dopo il pranzo ci prepariamo e usciamo da Kamiti insieme a Kevin, che ci accompegnerà a Nairobi Town. Incontriamo sulla strada un Matatu che si ferma e ci saliamo sopra.
Dopo un’oretta e mezza arriviamo a Nairobi, in pieno centro città.
Dentro al Matatu!
Dentro al Matatu!
La folla di gente che cammina per i marciapiedi è davvero spaventosa, e devi praticamente farti trascinare. Siamo un gruppo abbastanza numeroso, quindi siamo costretti a fermarci più volte per aspettarci tutti.
La prima tappa è in una specie di centro commerciale, dopo visitiamo due negozi di souvenir mentre aspettiamo Marta che con Kevin è andata a cambiare dei soldi.
Dopodichè partiamo di nuovo e passiamo di fronte alla Corte Suprema, dove si svolgono i processi. Tutti i ragazzi che passano dalla Y.C.T.C. sono passati anche da qui, e immaginarli entrare come imputati mi fa davvero strano.
Poco dopo siamo al centro congressi. La maestosità e la ricchezza di questo posto fa davvero strano, anche dopo soli pochi giorni a Kahawa West. Si tratta di un palazzo di 29 piani, con un ascensore centrale che permette di salire in cima alla modica cifra di 400 scellini (4€).
L’ascensore è velocissimo, e ci porta in cima davvero in poco tempo.
Una volta arrivati sul tetto, lo spettacolo è davvero meraviglioso.
Panoramica dal tetto del centro congressi
Panoramica dal tetto del centro congressi
Scendiamo a ci rechiamo a Uhuru Park, il parco principale della città. Ci prendiamo una bibita e riposiamo un attimo. Una comitiva di keniani in gita vuole fare una foto con noi, come se fossimo un’attrazione turistica.
Il centro congressi di Nairobi
Il centro congressi di Nairobi
Ci rechiamo alla cattedrale, e poi alle 18 e 30 siamo già affamatissimi. Prendiamo posto in un chicken and fries in cui ci saziamo con pollo e patatine fritte a volontà.
La sveglia domani è alle 5, quindi accelleriamo i tempi e cerchiamo subito un matatu che ci riporti a Kahawa West. Il viaggio di ritorno è particolarmente movimentato, con scorciatoie improvvisate su strade sterrate e sorpassi che non stanno nè in cielo nè in terra.
Ma in Kenya o ti muovi coi matatu o non ti muovi proprio, e l’esperienza tutto sommato risulta decisamente divertente.
Arrivati a casa dobbiamo preparare gli zaini e il materiale per il week-end che ci aspetta.
Andremo a trovare un centro di riabilitazione per bambini vittime di abusi a Kibiko, a circa 300 metri sul livello del mare rispetto a Nairobi. Praticamente in montagna.
Passeremo la giornata con loro e dormiremo lì, per poi partire la mattina presto alla volta di Korogocho per visitare la baraccopoli più grande di Nairobi insieme a Kevin.
Non potrò portare il computer con me, quindi questo week-end non potrò scrivere il post. Recupererò la domenica sera tornato a casa.
Questa notte dormo da solo, perchè anche il prete se n’è andato.
Sarà un week-end impegnativo e soprattutto toccante.
Mi mancheranno i Cafasso Boys.

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