Alla fine la valigia sono riuscita a chiuderla, con qualche difficoltà e decisamente qualche problema di peso, ma si è chiusa. Il volo l'ho preso e sono pure arrivata. E quindi eccoci: "benvenuti Moldova" e che bella storia, ragazzi!
Costuleni è già qui, con la sua vecchia scuola, ancora in fase di costruzione, ma che ormai ci siamo abituati a chiamare casa.n
E la TESTA sta imparando a tagliare i pomodori alla maniera moldava, a pronunciare qualche parola in questa lingua fino ad oggi sconosciuta, a lasciare entrare questo mondo così vicino eppure così lontano.
E il mio CUORE già batte all'impazzata, correndo dietro alle mille cose che ci sono da vedere e da scoprire. Si è "dilatato" un po di più per fare entrare questi splenditi raggi di sole, amici cantieristi, che mi accompagneranno in questa grande avventura. E si è riempito di gioia nel riuscire a comunicare in un misto rumeno-italiano-russo nel tentativo di mettere qualcosa di pronto in tavola. Si è riempito d'amore al sentire l'accoglienza che questa gente ci ha riservato con bicchieri di vino e cetrioli con il miele.
E le mie MANI si sono congelate nell'acqua fredda dove laviamo i piatti ogni sera e si sono scaldate nell'abbraccio di un nuovo amico.
E i miei PIEDI hanno camminato nella sabbia del fiume giusto prima di tuffarsi in acqua ad un passo dal confine rumeno. E hanno camminato per sentieri stretti e sterrati del villaggio verso il "negozietto", un piccolo negozietto di pochi metri quadrati, ma pieno dell'essenziale è molto più.
E i miei OCCHI hanno visto una capitale con palazzi grandi e case piccole, con strade ampie e buche profonde, vecchi lussuosi alberghi abbandonati a loro stessi, ancora imponenti per dimensioni ma senza più il fascino di un tempo. E ho visto il camioncino di Diaconia nel centro della città a dare pasti caldi a chiunque fosse li, zuppa e pane, un bene per lo stomaco e per lo spirito. E ho visto un villaggio perso nel verde, con salite e discese, con tante case con giardini grandi, con la vite a due passi dalla porta di casa, tante anatre e galline e in lontananza un bel cavallo ma di gente ancora poca.
E la mia BOCCA ha assaporato le cipolle crude in insalata di verza, che mai in Italia mi sarei sognata di mangiare. E ha cantato a squarcia gola canti e bans che da noi al feriale non si usano più.
E le mie ORECCHIE hanno sentito Svetlana, la mia giovane e bella compagna di volo, "italiana" ormai da 8 anni, che torna qui a casa solo ad agosto, quando il suo lavoro in uno studio da commercialista a Milano le lascia un attimo per respirare, ma di tornare per davvero in Moldova non ci pensa più. E ho sentito Vladimir, fuori da chiesa dopo la messa della domenica, che ci racconta il suo matrimonio con una giovane ucraina di ormai tanti anni fa, mentre mi offre un bel bicchiere di vino perché in chiesa gli ho scattato una foto.
Mi sono messa in cammino ed è una meraviglia, la strada è ancora lunga e non vedo l'ora!
Buon cammino cari!
Giù! :)
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