Ecco le regole: una persona conta e
tutti gli altri si nascondono; quando la persona che sta alla toppa finisce di
contare, va a cercare tutte le altre persone. L’obiettivo di queste ultime è
ritornare alla toppa e dire “Per tutti!”, per salvare i propri compagni
beccati. In questo modo vincono tutti.
Immaginate
ora una partita a nascondino mondiale, dove i partecipanti sono le persone di
ogni paese. Facciamo una manche di “Miscela
numerata” per decidere chi conta ed esce la Siria. È marzo 2011.
Si
comincia.
La
Siria conta fino a 2015. Giocano circa 4 milioni di persone.
Tutti iniziano a
scappare per cercare un nascondiglio perfetto, in modo da non essere beccati.
C’è che si sposta a sud, dove i parenti conoscono un posto infallibile per
nascondersi.
Alcuni più a nord, verso la Turchia, altri, i più coraggiosi,
corrono verso l’Europa (corre voce che ci siano dei posti adatti al gioco e che
le persone siano disponibili a concedere qualche aiuto nella ricerca del
nascondiglio), altri ancora scappano momentaneamente verso il Libano, sperando
di trovare una sistemazione migliore nelle ore successive.
È
qui che si sbagliano.
Quello
che li aspetta è un gioco infinito, fatto di estenuanti attese e di
indifferenza generale. Alcuni decidono di abbandonare il gioco, sono sfiniti.
Altri proseguono da soli, senza le proprie famiglie. Tutti aspettano che
qualcuno corra alla toppa a gridare “Liberi tutti!”, ma per ora, ancora nulla.
Ad
essere in Libano, sentire la parola “Siria” fa venire la pelle d’oca.
Tutto è
così reale. La parola “guerra” prende corpo: sono gli occhi dei bimbi e delle
mamme siriane rifugiate nello shelter di
Caritas a Bhersaf; sono le catapecchie di lamiera o cemento del campo profughi
di Dbayeh dove qualche famiglia cerca di sopravvivere; è il racconto di un
amico di Damasco durante una cena in riva al mare.
Il
cuore trema mentre tutto tace.
TU sei fermo di fronte a ragazzi ventenni
che passano in prigione un mese e mezzo della loro vita, solo per il fatto di
abitare in una certa regione della Siria considerata fulcro di rivoluzionari.
TU
taci guardando una donna siriana di 79 anni che, sola, dopo essere stata
rispedita a casa dalla Germania e dalla Svezia, attende (cosa?) da più di un
anno in un rifugio di Caritas.
TU
continui per la sua strada mentre con la forza e il sacrificio alcune mamme
siriane cercano di mettere in salvo i propri figli da un orrore ingiusto che ha
travolto le loro vite.
TU
non fai niente di fronte ad un gruppo di bambine che, giocando
tranquillamente tra loro, al sentire il rumore di un aereo che passa (fortunato chi sta andando in Grecia a farsi
una vacanza!) si abbassano e si coprono le orecchie spaventate.
Il
mondo alza barriere, crea muri, delimita i perimetri con militari e filo
spinato.
Ma non
c’è muro né filo spinato che regga quando si tratta di libertà.
Caro
Mondo, come puoi andare a dormire la sera ed essere indifferente?!?
Cantieristi
Lebanon
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