È Domenica mattina e a Vale siamo stati immersi da un'entusiasmante presentazione di padre Misha durante la Messa, nella sua comunità. Questo ci ha lanciati nella nostra seconda settimana di cantiere con una nuova attività. A piccoli gruppi, nelle mattinate di sole e vento, sul monte di Akhaltsikhe, a 960 metri di altezza, abbiamo trovato un'oasi di pace nel monastero della Madonna del Rosario e condividiso con tre suore lo spirito benedettino dell'"ora et labora"...a modo nostro: "ora et zappa". Calli e bolle sulle mani prodotti da strumenti di altri tempi hanno scandito le ore dell'intera nostra giornata. Alle 3 del pomeriggio, aggrappati ad un albero di prugne, cercando tutte quelle che non contenessero il verme, provocammo un forte scossone nel silenzio dei monti caucasici: ci fa sorridere il rumore di decine di "prunes" che, cadendo, "gibollano" le suore ai piedi dell'albero. Prugne e zappe, terra ed erbacce sono segno del loro desiderio di abitare la Georgia; e questo desiderio lo abbiamo condiviso, incarnando la lode a Dio nel lavoro quotidiano. Una "parentesi" che non è astrazione dal cantiere perché cantiere è abitare la terra degli uomini e prepararla per chi arriverà, riconoscendola come dono dall'Alto.
Elena, ausiliaria
Francesco
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