Dopo aver scritto il solito post, ho avuto un incontro ravvicinato con una zanzara grossissima all’interno della zanzariera in cui dormo. L’ho addirittura fotografata, mentre cercavo di capire il da farsi. Il tutto è finito con un brutale assassinio della stessa utilizzano il cuscino. Steve ogni mattina si sveglia alle 5 per aprire tutte le porte della parrocchia, siccome la prima messa è ogni giorno alle 6. Questa mattina ha fatto particolarmente casino, svegliandomi. Nonostante questo il sonno è stato piacevole e ristoratore, e la stanchezza del giorno prima è già passata. Marta mi sveglia alle 7, e sono pronto in pochi minuti. Vado in cucina per la colazione ma non trovo nessuno, dato che le ragazze sono ancora in camera. Ne approfitto per rileggere e controllare quanto ho scritto la notte precedente, e mi rendo conto di quanto possa essere utile un diario per conservare al meglio le proprie emozioni e i propri ricordi. Dopo colazione ci prepariamo per recarci alla Cafasso House, dove ci aspettano i ragazzi per le attività. Appena arrivati ci dividiamo in 3 gruppi. Il primo aiuterà alcuni ragazzi a rimuovere le erbacce dal grande orto che circonda la casa, il secondo starà con altri Cafasso boys a lavorare con il carbone, per creare delle specie di salsicciotti di carbone che usano per cucinare. Non sono stato in questi gruppi, per cui non posso ancora spiegarvi bene in cosa consiste quest’attività.
Il mio gruppo, il terzo, si occupava degli animali. Di fianco all’orto c’è uno stabile con 2 mucche, 2 vitelli e 2 capre. Il nostro compito è quello di tagliuzzare erbacce e spighe di mais per darle da mangiare agli animali. Questo avviene tramite una macchina, in cui da un lato si spinge dentro la spiga e dall’altro una lama azionata da una ruota sminuzza il tutto. In gruppo con me c’è Francesca, e insieme riusciamo a conoscere meglio alcuni ragazzi. Assieme a noi ci sono Ezechiele e Enoc. Ci insegnano una canzone in kiswahili, mentre continuano incessantemente a sminuzzare mais. Girare quella ruota è davvero faticoso, e loro lo fanno con una facilità disarmante. Io e Francesca aiutiamo per quanto possibile e il tempo passato insieme è davvero piacevole. Alle 11, sono finite le attività e andiamo tutti in casa per bere il Chai, un buonissimo tè col latte. Viene a trovarci Angelo, che vive qui in Kenya da due anni con la moglie e la figlia appena nata.Provo ad insegnare loro a suonare i cucchiai, ma con scarsi risultati. Solo Big John e Duke riescono nell’impresa. Ma il ritmo ormai è nell’aria, e portano un bongo e si dà il via alle danze.Questi ragazzi ballano tutti in un modo straordinario, hanno davvero il ritmo nel sangue. A pranzo la cuoca ha preparato i Chapati, praticamente delle piadine, accompagnate da un legume non ancora identificato e delle cipolle. Ne mangio ben due piatti, e la cuoca ne è ben contenta. Come al solito le porzioni dei Cafasso Boys sono spropositate. Dopo pranzo ci rechiamo alla Y.C.T.C. per una partita di calcio tra i Cafasso Boys e i giovani detenuti della Y.C.T.C.. I ragazzi della Cafasso si salutano con le guardie del carcere minorile che li ha ospitati per 4 mesi. Ridono e scherzano, il clima è talmente disteso e sereno da sembrare surreale. Ci rechiamo verso il campo da calcio all’interno della prigione, e incontriamo i detenuti in divisa blu inginocchiati in file ben ordinate, sotto la sorveglianza delle guardie.
Con il nostro arrivo c’è il rompete le righe, e tutti insieme andiamo al campo. Tutto è organizzato al meglio per il match: ogni squadra ha la sua divisa con maglietta e pantaloncino, e i ragazzi della Y.C.T.C. hanno addirittura tutti le scarpe uguali da calcio, con i tacchetti. Questa cosa mi spaventa parecchio, siccome io farò parte del Cafasso Team. Le mie paure si rivelano fondate all’inizio della partita, quando mi accorgo di come il nostro calcio sia veramente molto tecnico rispetto al loro, basato quasi completamente sulla fisicità. Io non reggo il confronto con i loro contrasti, e la maggiorparte delle entrate sono ben oltre il limite del regolamento. Ma il tutto risulta davvero molto divertente e nonostante il Y.C.T.C. team ci abbia battuto 5 a 1 (con qualche goal fantasma) i sorrisi non mancano. Quanto corrono! Io ho il fiatone e loro sembrano avere ancora benzina per un’altra partita. Finita la partita salutiamo i ragazzi della Y.C.T.C. e torniamo alla Cafasso House, prendiamo le nostre cose, salutiamo i Cafasso boys e torniamo verso la parrocchia. Sulla strada ci fermiamo a comprare delle ciabatte da tenere alla Cafasso House per non sporcare all’interno con le scarpe. Marta, Francesca e Valentina continuano le loro compere al mercato mentre io con Alice, Chiara, Martina e Noemi torniamo nelle nostre stanze. Uso questo tempo libero per fare il bucato, e lavare le scarpe di tela che ho stupidamente scelto per questa giornata, non sapendo di dover stare in mezzo alle mucche.
Per cena la cuoca ci fa una sorpresa: pasta col ragù! Una delle migliori paste cucinate da locali che io abbia mai provato all’estero. Ci rifocilliamo e durante il pranzo ci scambiamo le impressioni sulla giornata, e programmiamo cosa fare domani. Io, Martina, Noemi e Valentina giochiamo a monopoli, mentre le altre si dedicano a scala 40. Durante la partita arriva Steve e mi dà due notizie: la prima è che da giovedì a domenica non ci sarà, perchè sarà a trovare la sua famiglia. Invita me e tutto il gruppo a unirsi a lui, ma purtroppo i nostri impegni ci costringono a declinare l’invito. La seconda notizia è che stanotte si unirà in stanza un’altra persona: è Bekele, un seminarista etiope ospite della parrocchia. Prima di mettermi al computer passo una buona mezz’ora a parlare con lui. E’ molto gentile ed una persona davvero interessante. Torna Steve e insieme mi invitano alla messa delle 6. Ci scambiamo la buonanotte. E anche oggi è finita. Quant’è bello il Kenya.
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